FORMAZIONE NELLE SCUOLE
Per contribuire a contrastare il proliferare di intolleranza e razzismi, fomentati ad arte da una informazione distorta e stereotipata, a partire da febbraio 2021 sono stati avviati i percorsi formativi in 18 scuole di Calabria, Sicilia e Puglia con ragazzi e ragazze delle scuole superiori.
Da una parte si è collaborato con le insegnanti nel coltivare nelle/nei giovani il loro pensiero critico, analizzando gli stereotipi, riflettendo sul linguaggio mediatico e cercando di identificare e comprendere le responsabilità collettive ma anche individuali dirette nella costruzione di un certo tipo di narrazione. Dall'altra si è realizzata con le classi una riflessione critica sulla catena di valore legata al cibo, sulle interconnessioni globali e le ricadute locali.
In Sicilia il CISS ha realizzato i percorsi nelle scuole di Vittoria e Castelvetrano. Il CRIC, responsabile di questo componente, ha collaborato in Calabria con l'Associazione Nuvola Rossa (a Nicotera e Reggio Calabria) ed in Puglia con Diritti a Sud (a Casarano), associazioni con anni di esperienza di lavoro nei territori, per favorire incontro e scambio tra persone reali, favorire lo scambio tra chi produce e chi consuma, offrire alle/ai giovani momenti di incontro capaci di stimolare riflessioni piuttosto che diffidenze e pregiudizi.
Anche se le norme legate al covid19 ci hanno costrette a molti laboratori a distanza, è stata una esperienza stimolante e ricca di sorprese da parte delle/dei ragazze/i. Molte delle loro riflessioni sono state raccolte in uno strumento di monitoraggio delle discriminazioni, il Glossario Etico.
Ringraziamo le classi che hanno partecipato al progetto e le/i docenti che le hanno accompagnate:
Liceo Classico “B. Vinci” di Nicotera (RC), classi IV sez. A e B (2021/21), classi III sez A e B (2021/22)
Istituto Tecnico Industriale “A. Panella – G. Vallauri” - Reggio Calabria, classe IIIAT (2021/22)
Istituto di Istruzione Superiore G. Mazzini di Vittoria (RG), sezioni 4A - Liceo Linguistico, 3B Liceo delle Scienze Umane (2020/21)
Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Cipolla-Pantaleo-Gentile di Castelvetrano (TP), sezioni 4A, 4B, 4C e 4L del Liceo delle Scienze Umane, sezioni 4F e 4C del Liceo Scientifico (2020/21)
Istituto Tecnico Economico "A. De Viti De Marco" di Casarano (LE), classi III BT, IIA AFM, IIIA SIA, III E, IIID E III B SIA (2020/21)
video OPEN FIELDS OPEN MINDS - realizzato dall'Istituto Tecnico Economico "A. De Viti De Marco" di Casarano (LE)
GLOSSARIO ETICO E IL LAVORO NELLE SCUOLE - articolo a cura del CRIC
con la scuola di Casarano - con Diritti a Sud
a Castelvetrano - con il CISS
OPEN FIELDS, OPEN MINDS
Mangio dunque sono: ciò che portiamo sulle nostre tavole ogni giorno la dice lunga sul nostro modo di stare al mondo, di relazionarci con le altre persone, di vivere il nostro territorio e di abitare la natura. Il modo in cui la nostra società si organizza attorno all'approvvigionamento alimentare, ci racconta anche molto dell'organizzazione sociale che la regola: è indicativo del rapporto tra cittadini/e, attori e attrici della produzione alimentare da una parte e istituzioni dall'altra e condiziona il benessere, la salute, la qualità dell’ambiente e la giustizia sociale.
Quando scegliamo cosa portare in tavola, possiamo preferire un sistema incentrato sulla quantità a scapito della qualità, oppure un sistema fondato sul riconoscimento del valore del cibo. Nel primo caso il nostro approvvigionamento sarà da produzioni ad alto impatto ambientale, che impoveriscono le risorse, inducono a sistemi alimentari squilibrati, generano patologie socio-sanitarie, disuguaglianze nell'accesso al cibo, declino dei piccoli produttori e delle piccole produttrici e di intere zone rurali. E che sfruttano i lavoratori e le lavoratrici agricole, perché considerate persone senza dignità, allo scopo di abbattere ancora di più i prezzi di vendita e quindi di generare maggiore profitto per chi produce e distribuisce.
Nel secondo caso decidiamo di scegliere salute, dignità, lavoro. Scegliamo un cibo che è arte e cultura, è legame con la propria terra e con le proprie radici, che si offre come mediatore di relazioni, intreccia tradizioni, ecologia e cultura e si fa promotore di processi di coesione sociale e di riterritorializzazione. Ma soprattutto scegliamo un cibo senza sfruttamento, che lotta contro il precariato, contro la mancanza di diritti che rende vulnerabili e infiamma i discorsi e le azioni razziste e xenofobe.
Il mio modo di fare la spesa e di mangiare ha davvero tutta questa importanza? Certamente! E anche di più. Informarci, conoscere, scoprire, dialogare, toccare con mano ci rende cittadine e cittadini attivi e partecipi della creazione di comunità giuste e costruttive.
Con il componente di lavoro nelle scuole ci proponiamo allora di collaborare con docenti e con le nuove generazioni per contribuire alla costruzione di una comprensione critica delle filiere alimentari e la costruzione di un'informazione corretta sulla presenza di persone straniere nei territori di intervento e del loro ruolo cruciale nel settore agricolo
a cura del CRIC
Questo glossario è il frutto di un lavoro fatto insieme alle studentesse ed agli è studenti di alcune scuole superiori in Calabria, Puglia e Sicilia nell'ambito del progetto Open Fields. Nel corso di 8 incontri laboratoriali sono state affrontate tematiche quali il sistema agricolo nel sud Italia, le filiere alimentari, il rispetto dei diritti sul lavoro, il contributo delle persone di origine straniera, il razzismo e le discriminazioni, il linguaggio pubblicitario e la narrazione.
L'obiettivo di questi incontri era di immergersi in una riflessione collettiva nella quale dubbi, domande, ragionamenti, risposte giuste e sbagliate, osservazioni si sono intrecciate stimolando una voglia di comprendere il proprio stare nel mondo e il proprio territorio. L'obiettivo è stato pienamente raggiunto ed in questa pubblicazione sono raccolte alcune delle osservazioni espresse dalle ragazze e dai ragazzi.
Il glossario etico che segue è un lavoro di trasformazione sociale attraverso le parole. Le/gli student* che hanno partecipato ai laboratori hanno lavorato affinchè termini che utilizziamo nella nostra quotidianità, e che hanno assunto un valore negativo, trovassero un significato nuovo. Parole come “stranier*", “etnia”, “immigrat*”, ma anche “pubblicità ”, “diritti” e “informazione” divengono qui occasione di incontro e discussione.
Attraverso l’esercizio del “senso critico” – altro termine indagato – le/gli student* alternano riflessioni personali e spiegazioni condivise volte a far emergere una nuova narrazione: una narrazione antirazzista. Il razzismo infatti ha bisogno del linguaggio per potersi riprodurre nell’immaginario, e quindi nella psicologia, collettiva. E attraverso il linguaggio è possibile contrastarlo. ((dall'introduzione di Mackda Ghebremariam Tesfau)