Ne' con Assad ne' con gli oppositori armati, solamente con la popolazione civile
Aderiamo alle posizioni espresse in questo Comunicato stampa diffuso dalla ONG CISS
Palermo, 5 settembre 2013
NO ALLA GUERRA NO ALL’OPZIONE DELL’USO DELLA FORZA. PERCHÉ DICIAMO NO A UN INTERVENTO MILITARE IN SIRIA.
Siamo un’organizzazione non governativa; non possiamo accettare letture dicotomiche di una realtà complessa e non vogliamo cadere nella trappola che impone di stare con o contro Assad, con o contro gli oppositori al regime, a seconda degli interessi geopolitici ed economici prevalenti. Il nostro interesse è lavorare perché prevalgano sempre democrazia, pace e sviluppo, le uniche condizioni per garantire il rispetto dei diritti umani e la costruzione di progetti di vita individuali e collettivi.
La nostra attenzione va alle popolazioni, indipendentemente dalle parti in conflitto.
La guerra non è mai una soluzione; non lo è mai soprattutto per i più deboli.
Le prime vittime di quanto dal 2011 sta accadendo in Siria sono i civili e i civili continueranno a essere inevitabilmente le vittime di un attacco militare esterno. Sono sempre i civili le prime vittime dell’uso della forza: donne, bambini e anziani, uomini inermi già in fuga dalla Siria in cerca di un rifugio nei paesi vicini. Sono tanti quelli giunti in Europa in questi giorni, stravolgendo le proprie vite per fuggire dalle violenze in corso e ancor più dalle conseguenze di un attacco militare. Ne siamo testimoni ogni giorno in Sicilia.
L’impatto di un intervento militare non si fermerebbe alla Siria, ma coinvolgerebbe l’intera area Mediterranea. Il Mediterraneo è casa nostra e da anni insieme a tante ONG e associazioni dei paesi delle due sponde lavoriamo per lo sviluppo della pace, del dialogo e della democrazia. E’ inaccettabile che adesso, in nome della democrazia, prevalga
l’idea dell’uso della forza come unico strumento di risoluzione dei conflitti.
La guerra non ha nulla di umanitario e non esistono guerre umanitarie.
Il legittimo orrore per le stragi di civili in Siria non può portare a una moltiplicazione dell’orrore e delle vittime. Dell’uso della forza non vogliamo essere complici
Per questo ci appelliamo al governo italiano, ricordando l’art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, ripetutamente calpestato, “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (..)”, affinché si pronunci contro la guerra in modo chiaro e si adoperi con tutti gli strumenti possibili in ambito internazionale per promuovere una soluzione politica alla crisi siriana.
La guerra non è strumento di risoluzione delle controversie internazionali.
Cooperazione Internazionale Sud Sud
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