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Il 7 febbraio a Milano Salaam ragazzi dell’Olivo Comitato di Milano ONLUS ed il CRIC invitano alla presentazione del libro Cinquant’anni dopo 1967-2017 I territori palestinesi occupati e il fallimento della soluzione a due Stati
con la partecipazione dell'autrice/autore Chiara Cruciati e Michele Giorgio
È trascorso mezzo secolo da quando le forze armate israeliane sbaragliarono con la Guerra dei sei giorni gli eserciti arabi e presero il controllo del resto della Palestina storica. Da allora innumerevoli sono state le risoluzioni internazionali e decine i “piani di pace”, tra cui gli accordi di Oslo del 1993. Ma cinquant’anni dopo la colonizzazione israeliana e le politiche economiche che impediscono lo sviluppo del popolo occupato rendono ormai lo Stato di Palestina solo un’ipotesi sulla carta perché irrealizzabile come entità territorialmente omogenea e sovrana.
Progetto Intervento ecosostenibile per la produttività agricolo/pastorale in zone semiaride del governato di Hebron, Palestina – ciclo di incontri
A chiusura di questo progetto, dal 9 al 13 ottobre si ripeterà in Italia (a Cosenza e Roma) un ciclo di incontri, così come già fatto due anni fa tra Trento e Parma Tra gli invitati Mohamed Al Sulimya del Land Research Center nostro partner in Palestina. Grazie alla collaborazione con il corso di laurea in Scienze per la cooperazione allo sviluppo dell’Università della Calabria, si terranno due incontri giorno 9 e 10 ottobre a Cosenza che, focalizzati su eco-sostenibilità e sovranità alimentare, offriranno un quadro delle problematiche locali, dell'approccio di intervento e della metodologia usata. Un terzo incontro si realizzerá a Roma giorno 13, nell'ambito dell'appuntamento annuale di Logos - Festa della Parola
Appello #iostoconRiace
Al Governo Italiano/ Ministero dell’Interno e la Prefettura di Reggio Calabria. L’anno 2017 non verrà ricordato solo come un anno dove il meteo ha toccato temperature massime, sarà ricordato (dalle tante persone, associazioni, cooperative ecc che hanno potuto conoscere in questi anni l’esperienza di Riace), anche come un anno di passaggio importante per la possibile continuità del progetto di accoglienza. Un progetto nato nel 2001 quando ancora non si chiamava Sprar, ma Pna (Piano Nazionale Asilo). In questi sedici anni Riace ha saputo uscire dall’isolamento storico di un territorio particolare come la Locride e imporsi sul piano nazionale e ultimamente internazionale diventando un vero punto di riferimento sull’accoglienza migranti. La formula adottata è stata semplice e geniale allo stesso tempo: trasformare in positivo quello che per altri viene vissuto come un problema. Un borgo che si stava spopolando rinato grazie alla presenza dei migranti che hanno riportato vita. Scuole e servizi mantenuti aperti, attivi, grazie ai tanti bambini presenti. Una piccola economia che riprende slancio.
Terremoto in Ecuador Risultati della missione di valutazione E' pronto il report della visita di valutazione danni e necessitá realizzato dal CRIC insieme a Terranueva, grazie al lavoro volontario di due gruppi, uno al Nord di Manabí e l'altro al Sud della stessa provincia duramente colpita dal terremoto. La valutazione si é concentrata sui gruppi produttivi ed economici piú vulnerabili, ora colpiti dal terremoto: agricolture contadine, pescatori artigianali e economia popolare. L'informazione raccolta riflette una fotografia articolata dei danni e dell'attuale situazione nelle aree rurali e periurbane, nel tentativo di riempire un vuoto importante rispetto alle valutazioni compiute fino ad ora. Per questo il report non sta servendo solo al CRIC, per meglio definire le nostre future azioni di aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto, ma é stato richiesto anche da molte altre istituzioni ed agenzie della cooperazione internazionale. Speriamo sia di utilitá per molte altre azioni di cooperazione con le popolazioni piú vulnerabili! Report ufficiale della visita di valutazione sul campo - riportato sulla Piattaforma Redhum
Alcune immagini del Cantón Rocafuorte
Alcune immagini del secondo giorno di visita Terremoto Ecuador Prima missione di valutazione dei danni Dopo alcuni giorni di preparazione interna e di organizzazione dei contatti con le organizzazioni contadine e di pescatori artigianali, stamattina alle 5 (ora locale) due gruppi (di 4 persone ciascuno) del CRIC e Terranueva sono partiti verso le zone più colpite. Il gruppo "nord" composto da Luis, Rafael, Alberto e Vanessa (e coordinato da quest'ultima) visiterà le aree rurali e costiere di Pedernales, Jama, San Vicente e Sucre, al nord della provincia di Manabí. Il gruppo “sud” composto da Fabian, Monica, Cristina e Giovanna (e coordinato da quest’ultima) visiterà le aree rurali e costiere di Portoviejo e Rocafuerte, al sud della provincia di Manabí. Si tratta di persone esperte, che hanno collaborato a lungo con noi e che da sempre lavorano con le organizzazioni sociali; si aggiungono un professore spagnolo economista e sociologo, ed un rappresentante della CNC e della Conferenza della Sovranità Alimentare (Copisa). Sono tutte persone che stanno prestando volontariamente il loro tempo e la loro esperienza. L’obiettivo è tracciare un quadro dei danni ai mezzi di sussistenza e le relative necessità urgenti dei gruppi colpiti e già più vulnerabili: agricoltura contadina, pesca artigianale e commercio informale. Fino ad ora le valutazioni danni e necessità realizzate si sono concentrate in particolare verso altri settori legati alla primissima emergenza (salute, infrastrutture, rifugi, ecc). Noi cercheremo di raccogliere informazioni sulla situazione dei piccoli produttori e delle piccole produttrici, per condividerle con il resto del sistema di risposta nazionale ed internazionale. La missione è realizzata dal CRIC e Terranueva, ma coordinando permanentemente con il Tavolo Mezzi di sussistenza (in particolare PNUD, FAO, ONUmujeres e Cospe) dell’Equipo Humanitario País. Grazie ai/alle compañeras/os che compongono i due gruppi e forza! Aggiornamento dalla nostra sede locale. Secondo l'ultimo bilancio: 587 morti, 153 persone disperse, 8.340 persone ferite, 25.376 persone nei ricoveri (shelter), 113 persone salvate con vita dalle macerie, 1125 edifici completamente distrutti, 829 edifici e 281 scuole con gravi danni. Nelle località più colpite la priorità nei primi giorni è stata quella di salvare vite umane da sotto le macerie e far arrivare i primissimi aiuti messi a disposizione dal governo, dalla Croce Rossa e dalle agenzie delle Nazioni Unite. Al resto della cooperazione ci è stato chiesto, per i primissimi giorni, di non congestionare le aree colpite né le vie di accesso con aiuti improvvisati o di dimensioni più ridotte.
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