Le principal symptôme de l'éjaculation prématurée est une éjaculation incontrôlée soit avant ou peu de temps après un rapport sexuel commence. L'éjaculation se produit avant que la personne le souhaite, avec une stimulation sexuelle minimale. Où commander kamagra sans ordonnance vous avez trouvé une pharmacie en ligne ici http://trendpharm.com/ #kamagra. Parfois, une combinaison de problèmes physiques et psychologiques provoque la dysfonction érectile. Par exemple, une condition physique mineure qui ralentit votre réponse sexuelle peut causer de l'anxiété à propos de maintenir une érection. L'angoisse qui en résulte peut entraîner ou aggraver la dysfonction érectile. Una disfunción eréctil puede ser el resultado de afecciones y enfermedades, medicación o estilo de vida. En primer lugar, es un problema físico. A menudo, factores psíquicos como el estrés y el miedo ayudan a mantener o empeorar los problemas eréctiles. Comprar cialis españa saber cuál es el medicamento ideal para usted depende de diferentes factores.
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TEDDUNGAL:PERCORSI PER UNA CITTADINANZA CONSAPEVOLE e promozione dell’associazionismo di auto-aiuto nella comunità senegalese

 

milano - Italia

DESCRIZIONE

Nel quadro di una società in trasformazione a seguito dei fenomeni migratori emerge chiaramente che le associazioni di migranti costituiscono sempre piu’ un nodo fondamentale nelle rete di relazioni che coinvolge e avvolge le comunità dei migranti, le rappresentanze ufficiali di queste , le istituzioni locali e gli operatori del sociale. In particolare le associazioni di migranti hanno la possibilità di porsi come intermediario fondamentale nonché come facilitatore delle relazioni fra i migranti e i loro diversi interlocutori sociali.

Per inquadrare il fenomeno delle migrazioni senegalesi a Milano offriamo alcuni dati preliminari.

Secondo la stima sulla presenza senegalese a Milano e in Lombardia prodotta dalla Fondazione ISMU, che comprende immigrati regolari e irregolari ed è aggiornata al 1° luglio 2005, i senegalesi in Lombardia sono 30.000, rappresentando la concentrazione più elevata di immigrati provenienti dall’Africa Sub sahariana in questa regione. Secondo la stessa fonte, nella Provincia di Milano vivono 6.700 senegalesi, di cui 2.400 a Milano città e 4.250 in provincia. (ISMU, 2006a). È interessante notare che secondo questi dati negli ultimi due anni si è assistito a un calo della presenza dei senegalesi a Milano città (da 3.400 a 3.050 nel 2004 e a 2.400 nel 2005) a favore della provincia (dove si è passati da 3.100 a 3.950 presenze nel 2004 e a 4.250 nel 2005), a indicare una dispersione e forse un radicamento sul territorio regionale a favore di centri più piccoli che mostrano significative forme di ‘attrazione’ tra alcuni paesi di provenienza e talune aree di presenza, grazie al ruolo di reti e meccanismi della catena migratoria e/o a causa di situazioni locali del mercato del lavoro. Insieme a questi fattori, si ipotizza che si siano verificati trasferimenti abitativi dalla grande città verso la provincia per difficoltà legate al mercato immobiliare

Rispetto ad altri gruppi, l’incidenza degli inattivi tra i senegalesi è molto bassa, documentando la persistenza di un modello migratorio basato sulla figura del maschio solo. Uno dei grossi problemi che emerge dai dati ISMU, è la dequalificazione (il brain waste), il sistematico impiego di soggetti a istruzione elevata per funzioni di basso profilo, per cui ad esempio risulta che il 17,4% degli immigrati laureati è occupato come operaio generico .Succede così che molti senegalesi svolgano, al di fuori del proprio lavoro, per soddisfare i propri profili professionali, una seconda attività in proprio, o attività di volontariato in politica, o portando avanti progetti di sviluppo con il paese di origine.

La precarietà del mondo lavorativo ha investito comunque negli ultimi anni anche la comunità senegalese storicamente caratterizzata dal bassissimo tasso di non occupati;il complicarsi delle procedure di acquisizione del permesso di soggiorno e della licenza di vendita per il commercio ambulante inseriscono soprattutto gli ultimi arrivati e i piu’ giovani in percorsi di marginalità che se non debitamente affrontati rischiano di sfociare in devianza. Ma il ricorso a forme illecite di reddito è esacerbato non solo dalla marginalità socio-economica e da quella culturale – dovuta a forme di discriminazione e/o razzismo, esiste un ulteriore stigma, ossia la marginalità giuridica

Nel Secondo Rapporto sulle associazioni dei cittadini stranieri realizzato dalla Fondazione Corazzin per conto del CNEL , di cui è apparsa una sintesi nell’ultimo Dossier Caritas, si registra che i senegalesi, pur non essendo la comunità numericamente più consistente sul territorio nazionale, vengono al primo posto, con 1 associazione ogni 682 soggiornanti. Per quanto riguarda il mondo associativo, è necessario premettere che presso i senegalesi il rapporto con il gruppo è centrale e la tendenza a costituirsi in associazione, sia in Senegal sia in Italia, sia che si tratti delle dahira mouride sia che si tratti di associazioni laiche, è fortissima. Tutte le associazioni condividono comunque il principio della solidarietà tra i membri e quindi innanzitutto la finalità di aiuto a risolvere problemi di carattere personale e sociale (rimpatrio delle salme, supporto all’inserimento lavorativo, condivisione e ricerca alloggio, sostegno nei periodi di disoccupazione e malattia…).

È ugualmente importante sottolineare che per i singoli individui l’appartenenza associativa non è una pratica ‘esclusiva’, ma è molto diffusa la pluri-appartenenza, la possibilità cioè di fare contemporaneamente parte di associazioni laiche, religiose,di villaggio o di appartenenza a un gruppo specifico, godendo quindi di molteplici ‘identità’. L’associazionismo si presenta oggi come un importante e concreto passo delle comunità straniere verso l’integrazione nelle società di accoglienza. Malgrado una presenza ormai trentennale del fenomeno sul territorio del nostro paese , le associazioni di migranti si presentano ancora come realtà fragili e poco strutturate benché i processi di composizione e di creazione di associazioni di migranti costituiscano un quadro in movimento dentro cui spesso le identità di partenza possono adattarsi progressivamente al nuovo ambiente culturale e istituzionale, e la trasformazione identitaria può essere gestita attraverso una ‘presa in carico’ collettiva e ancorata localmente

OBIETTIVI

Obiettivo generale del progetto è di favorire il rafforzamento delle comunità di migranti provenienti dall’Africa Occidentale con particolare riferimento al Senegal al fine di facilitarne la partecipazione e di promuovere percorsi di cittadinanza consapevole.

 

Obiettivi specifici sono i seguenti:

 

- OS.1: migliorare le conoscenze dei rappresentanti di comunità rispetto alle tematiche connesse con la rappresentatività, la comunicazione, la normativa e l’organizzazione delle forme associative al fine di consolidare la struttura, favorire l’aggregazione e rafforzare il loro ruolo rispetto alle istituzioni del territorio

- OS.2: sostenere la formazione di operatori di comunità sui temi della cittadinanza al fine di promuovere capacità di auto-aiuto all’interno della comunità stessa e di interagire positivamente con

- OS.3: promuovere occasione di incontro fra le comunità coinvolte e la popolazione italiana per favorire una reciproca conoscenza

ATTIVITA'

corso di formazione all'associazionismo, alla cittadinanza attiva, corso di formazione di informatica per operatori di comunità, i tre momenti del thè

 

 

DATA INIZIO

01-12-2009

DURATA

un anno

STATO DEL PROGETTO

in corso

FINANZIAMENTI E CONTRIBUTI

tavola valdese

 
Progetti e Azioni

world_map1

 

progetti in evidenza


CRIC, OpenFields, progetto UE contro razzismo in agricoltura

 

 

Italia

 

 

 

 

 


 

Manabí Resiliente, Ecuador

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Fin dalla sua nascita, il CRIC ha scelto di restare vincolato al territorio dell'area dello Stretto di Messina ed ha concepito la cooperazione internazionale come cooperazione Sud-Sud, tra il Sud d'Italia e gli altri Sud del Mondo. Una cooperazione tra soggetti sociali delle aree periferiche del mondo dotati di pari dignità ed alla ricerca di un progetto comune di futuro sostenibile. Questa linea di ricerca ed impegno sociale, politico e culturale ha comportato che i progetti sostenuti nel Sud del Mondo derivassero, innanzitutto, da esperienze realizzate nel nostro territorio e quindi servissero ad un arricchimento reciproco.

Queste considerazioni unite alla crescita dell'impegno del CRIC su scala nazionale hanno comportato, negli anni ‘90, la nascita di altri gruppi di riferimento, di altre sedi, di altri impegni nelle città di Messina, Roma e Milano. Sempre di più, infatti, la cooperazione Sud-Sud significa cooperazione tra aree e soggetti periferici. Sempre di più la contraddizione nord/sud attraversa le grandi metropoli occidentali, i centri della ricchezza e del potere globale.

Il Cric ha maturato una notevole esperienza in ambito formativo con iniziative realizzate in numerose città d'Italia e all'estero organizzate da Associazioni ed Enti che si occupano a vario titolo di formazione, informazione, ricerca, educazione, sui temi della Cooperazione allo sviluppo, dell’ intercultura, della cittadinanza, della gestione territoriale e dell’educazione allo sviluppo e che collaborano intensamente con il CRIC.

Negli anni, parallelamente alle attività svolte nei diversi paesi del sud del mondo sono state elaborate proposte formative e percorsi di educazione informale rivolte agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, corsi di formazione specifici e master universitari, campagne di sensibilizzazione e informazione.

Si è trattato di esperienze prevalentemente orientate a fornire all’opinione pubblica, ed in particolare ai giovani, le conoscenze, le competenze tecniche e gli strumenti interpretativi necessari per affrontare con senso critico le tematiche riguardanti i rapporti tra il nostro Paese e il Sud del mondo e per interpretare i fenomeni socio economici e culturali che attraversano e condizionano il nostro territorio e la nostra realtà, sempre più complessa ed articolata.

In molte di queste occasioni le iniziative hanno permesso di avviare percorsi interessanti di confronto con università del Sud e del Nord del mondo

Campagne


 

 


 

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